Atlantis: A grain of truth behind the fiction?
Il mito di Atlantide è uno dei misteri più classici della cultura occidentale. Queste pagine raccontano come e perché sia nato, cercando di capire se per caso contenga un granello di verità.
Gli studiosi più autorevoli concordano sul fatto che il mito di Atlantide sia stato inventato da Platone per propagandare le sue idee politiche. Io sono d’accordo con questa interpretazione. Da buon siciliano, sono sospettoso di nascita e per di più, col mestiere che faccio, sono diffidente anche per formazione. Per questo è meglio spiegare subito perché voglia occuparmi di un mistero così controverso.
È una questione di mentalità: i fisici cercano la spiegazione di qualunque fenomeno gli si pari davanti. Non pretendono di trovarla, ma il tentativo lo fanno sempre. Non importa che il fenomeno riguardi una materia di cui sanno ben poco, ci provano comunque. È la loro proverbiale boria che li porta a pensare: Che ci vuole! Dopo tutto, basta documentarsi!
Tenete presente che fino a venticinque anni fa non ho provato alcun interesse per Atlantide. In realtà, la mia curiosità per il mito platonico è un effetto secondario del riscaldamento globale, il tema che più di tanti altri, accendeva allora le discussioni tra colleghi a mensa.
Deciso a farmi un’idea indipendente sull’argomento, mi misi a consultare gli articoli pubblicati sul clima del passato. Ormai, con internet lo si poteva fare molto più facilmente, rispetto a quando bisognava frugare tra i fascicoli della biblioteca.
Scoprii così che il temuto futuro aumento di qualche metro del livello del mare era una bazzecola rispetto ai centoventi metri che ci separavano dall’ultima era glaciale. Scoprii pure che la fase di uscita dall’era glaciale aveva avuto due grandi balzi di circa dieci gradi di temperatura (in poche decine di anni), che comportarono ogni volta l’innalzamento delle acque di una ventina di metri.
Mi resi conto che le catastrofi previste dal riscaldamento globale erano già successe, in maniera molto più grave, sia quattordicimila che undicimila anni fa. E che, oltre alle inondazioni, anche le eruzioni vulcaniche avevano funestato quei periodi.
Continuando le indagini, venne fuori che i primi passi della civiltà: l’agricoltura, il neolitico, la costruzione dei primi edifici in pietra, il perfezionamento della navigazione, risalivano proprio al periodo di quei due grandi sbalzi climatici.
Dato che le preoccupazioni sulle conseguenze del riscaldamento globale erano condivise dalla maggioranza dei colleghi, pensai che avrei trovato un analogo accordo sulla causa della nascita della civiltà: l’adattamento a uno sconvolgimento climatico senza precedenti nella storia umana.
Macché. La vulgata consolidata degli archeologi era invece che in Palestina alcuni uomini, più intelligenti degli altri, inventarono l’agricoltura e iniziarono il neolitico. Gli altri li videro e li copiarono.
A me questa storia di copiare non mi convince. Secondo me, i cambiamenti di comportamento furono la risposta agli improvvisi riscaldamenti della fine dell’era glaciale. Cataclismi che, interessando l’intero pianeta, provocarono in diverse regioni indipendenti lo sviluppo di nuove tecniche di sussistenza.
Essendo uno sperimentale, ho pure immaginato un metodo per verificare l’ipotesi e lo illustrerò più avanti. Queste pagine trattano tutte le cose appena dette. Ma allora, cosa c’entra Atlantide con tutto ciò?
C’entra perché la data attribuita da Platone alla distruzione di Atlantide è di undicimila anni fa: il periodo del secondo grande balzo del livello del mare. Nonché il momento in cui, secondo Erodoto, gli Egiziani furono conquistati e civilizzati da esseri superiori provenienti da occidente. Scrivendolo sulle pietre dei loro templi e così tramandandolo ai posteri.
Una coincidenza? È probabile, anche perché il calcolo di Erodoto è, a dir poco, approssimativo. Inoltre, conoscendo l’attitudine degli uomini (di oggi e di sempre) a inventare storie a sostegno dei propri interessi, mi sembra ovvio che l’aristocratico Platone abbia escogitato Atlantide per esaltare la virtù dei suoi antenati e propagandare la sua utopia politica (formulata nella Repubblica).
Un’interpretazione avvalorata sia dalle vicende del filosofo, sia dall’epoca della stesura due Dialoghi che raccontano Atlantide. Il sospetto è che, per convincere i concittadini a farsi governare secondo le sue regole, Platone abbia mescolato il mito della nascita della civiltà egiziana con quello della Repubblica dell’Atene primordiale.
In altre parole, secondo Platone, la magnifica Repubblica ateniese (fondata dai suoi avi) e l’inizio della civiltà egiziana sarebbero contemporanei alla nascita dell’agricoltura e del neolitico.
E allora, per perorare l’idea che lo sviluppo della nostra civiltà sia dovuto più a un cambiamento climatico che al copia e incolla, partirò proprio dall’esame del mito di Atlantide. Perché bisogna ammetterlo: alla gente dell’inizio del neolitico non interessa un fico secco, mentre Atlantide è qualcosa che va a cercare con Google. E così, dopo aver cominciato a leggere, magari continua.
Riferirò le affermazioni del filosofo, da quelle inaccettabili a quelle solo controverse. Di queste ultime stimerò l’eventuale attendibilità, confrontandola con la letteratura archeologica. Quindi riporterò il panorama geologico e archeologico del periodo, in modo che il lettore possa farsi un’idea obiettiva della situazione in cui nacquero l’agricoltura, il neolitico e la navigazione.
Alla fine indicherò anche alcuni fondali marini sui quali il ritrovamento di particolari rocce vulcaniche retrodaterebbe l’inizio del neolitico in quelle zone. Oggi la disponibilità di droni subacquei ha ridotto i costi delle esplorazioni sottomarine e su alcuni “promettenti” fondali marini molte ricerche stanno già avendo luogo. Chi dovesse trovare dei resti neolitici, oltre a confutare la necessità di copiare, potrebbe anche vantarsi di aver scoperto Atlantide.
Il risultato di questo studio è esposto informalmente nelle pagine seguenti (alcune da aggiornare) e, in maniera più rigorosa, in un articolo peer reviewed, pubblicato quattro anni fa sulla rivista Heritage. Heritage è open access, per cui il pdf dell’articolo può essere scaricato gratuitamente dal suo sito.
Se invece cercate una panoramica delle teorie che la gente si è sbizzarrita a formulare su Atlantide, meglio consultare l’Atlantipedia che ne fornisce un elenco ben fornito. Se ne leggono delle belle.
Nel ci sono stati accessi al sito;
Atlantide è stata visitata volte.