La Dyane di Platone
Questo sito parla di Rock 'n' Roll, di Energie rinnovabili e di Atlantide.
Su quest'ultimo argomento, ho pubblicato un articolo peer-reviewed su Heritage, che si può scaricare liberamente.
Se volete sapere dove trovare Atlantide, ecco una sintesi in dieci punti. Così potete cercarla subito. Prima che lo facciano altri, aiutati dall'intelligenza artificiale.
1) Il mito di Atlantide è una storia inventata dall'aristocratico Platone per supportare le sue credenze e le sue mire politiche. Nel confezionarla si è probabilmente basato sul mito tradizionale della nascita del regno egiziano. Platone sostiene che la distruzione di Atlantide risalirebbe a 9000 anni prima di lui, cioè a 11500 anni fa.
2) Gli Egiziani credevano che la loro civiltà fosse stata fondata dagli Dei (in pratica stranieri dotati di tecnologie superiori a loro sconosciute) che arrivarono da occidente e introdussero nel paese l'agricoltura e altre pratiche "moderne". Il regno degli Dei durò per centinaia di anni, prima di essere sostituito dal regno degli uomini (indigeni). Gli antichi Egiziani ponevano l'inizio del regno a circa 8/10 mila anni prima di Platone (11 mila secondo Erodoto, addirittura 34 mila secondo Manetone). L'archeologia ha d'altra parte stabilito che il regno d'Egitto sia nato circa 6000 anni fa (3500 prima di Platone). Ma nel delta del Nilo non ha potuto effettuare ricerche in strati anteriori a quella data (perché si allagano subito).
3) La geologia dice che 11500 anni fa ci fu un innalzamento di temperatura di circa 10 gradi in poche decine di anni (MWP-1b), che provocò l'innalzamento del livello del mare di una quindicina di metri, causando l'abbandono di tutte le terre costiere che prima erano emerse e lo spostamento forzato delle popolazioni che le abitavano.
4) La geologia dice anche che 6000 anni fa il Sahara si desertificò (fine dell'African Humid Period) e che i grandi laghi della Tunisia divennero le depressioni desertiche di oggi. Anche in questo caso le popolazioni che vi abitavano furono costrette a spostarsi.
5) Nel caso che gli "Atlantidei" siano stati un popolo vissuto tra la Tunisia e il Canale di Sicilia, costretto alla fuga dal MWP-1b 11500 anni fa, dovremmo trovare tracce della loro presenza sui fondi marini di oggi, che allora erano emersi e abitabili. Stiamo parlando di bassifondi compresi tra i 40 e i 70 metri sott'acqua. In alcune isolette, che a quei tempi erano emerse nel Canale di Sicilia, sono state trovate diverse tracce, che però non sono considerate prove inconfutabili dalla comunità scientifica. Il ritrovamento di manufatti sicuramente umani (ossidiana per esempio) invece capovolgerebbe il giudizio.
6) Nel caso, invece, che 6000 anni fa gli "Atlantidei" abbiano abbandonato il lago Tritonide in Tunisia, le tracce umane andrebbero cercate in una zona più vasta e, a mia conoscenza, non ben definita. Anche in Tunisia l'ossidiana fornirebbe un indizio. Ma non sarebbe improbabile trovare pure altri manufatti.
La macchina di Antinea, molto più antica
7) Una spedizione nel Canale di Sicilia, alla ricerca di reperti sottomarini "certi" sarebbe definibile senza eccessive difficoltà: i siti da esplorare e le tecniche da utilizzare sono oggi sufficientemente conosciuti, così come gli oggetti da individuare. Invece una spedizione nel deserto tunisino, richiederebbe un'analisi preventiva, per identificare meglio i siti da esplorare (e anche il tipo di reperti da cercare).
8) La ricerca nel Canale di Sicilia comporterebbe sostanzialmente una prima fase di fotogrammetria subacquea, per ricostruire in 3D gli ambienti più promettenti, ed una seconda fase di ricerca e classificazione di eventuali reperti di ossidiana. Senza escludere l'esplorazione diretta delle sorgenti di ossidiana di Pantelleria, in cerca di eventuali colate sommerse (sfruttabili soltanto durante la loro emersione). Oltre a una generale preparazione archeologica, queste attività richiedono competenze: a) nella esplorazione subacquea, b) nella fotogrammetria e c) nella caratterizzazione delle ossidiane.
9) La ricerca in Tunisia richiederebbe un'attività preliminare più ampia, in cui sarebbero richieste: d) competenze archeologiche sullo stato dei ritrovamenti locali (con un'enfasi sulle ossidiane); e) competenze idrologiche sulla conformazione dei bacini arcaici del Sahara. Senza sottovalutare le complicazioni derivanti dall'operare in uno Stato estero (o nelle sue acque territoriali) e dalla serie di permessi da richiedere (e ottenere) dalle autorità locali.
10) È evidente che l'eventuale ritrovamento di manufatti di quel periodo proverebbe che le regioni erano allora abitate, mentre le caratteristiche dei reperti recuperati testimonierebbero il livello di "civiltà" raggiunto. Ma non che questi popoli si siano poi spostati ad est, conquistando l'Egitto e dando luogo alla nascita del mito.
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