Cose turche, Istanbul
La volta della Moschea Blu.
Santa Sofia dal primo piano.
Las dos cupolas de la catedral de Istanbul.
La Medusa capovolta.
Maggio 2012.
Istanbul sono fisicamente tre città: due europee separate dal Corno d’oro ed una asiatica separata dalle altre due dal Bosforo. È una grande e bella città terrona, il traffico è estroso, la macchina meglio non averla. Sulla tangenziale a due corsie che corre lungo il mare gli autobus parcheggiano, anche in doppia fila, ma mettono i lampeggianti. Se si sta poco (fino a quattro giorni) conviene prendere un albergo a Sultanahmet, vicino alla Moschea Blu, e da lì raggiungere a piedi tutti i posti turistici. Con il tram, frequente ed efficiente, si può andare facilmente oltre il Corno d’oro a Kabatas, e con la funivia a piazza Taksim, da cui scendere verso la torre Galata.
Quando ho visitato la Moschea Blu è stata prima volta che sono entrato in una moschea. L'impressione è stata gradevole: uno spazio molto più luminoso e meno macabro della tipica cattedrale. Certo c’è il problema della puzza di piedi, però era soprattutto Nieves a sentirlo, io ormai non sento più niente.
La cattedrale di Santa Sofia, che grosso modo ha la stessa pianta della moschea, è oggi un museo che custodisce numerosi mosaici bizantini, tra cui un famoso Cristo pantocrator (che somiglia a Pete Townshend). Dev’essere una faccia diffusa da queste parti perché ce l’aveva anche il venditore di spremuta d’arancia da cui mi sono servito abitualmente. Da una finestra del piano rialzato interno si possono vedere las dos cupolas de la catedral de Istanbul.
La Moschea Blu e Santa Sofia si trovano in cima alla collina di Sultanahmet, una di fronte all’altra, accanto ad un grande spiazzo ornato da obelischi che ha tutta l’aria di essere stato un circo romano, chiamarsi hippodrome rafforza il sospetto. Accanto a Santa Sofia c’è l’ingresso della cisterna basilica, una cisterna romana che vale la pena di visitare. Impressionante come abbiano fatto a erigere tutte quelle colonne sottoterra.