Il solare passivo (bozza)

Chist'è 'o paese d' 'o sole! Libero Bovio.

I conti un po’ grossolani del paragrafo precedente (bisognerebbe specificare come convertire l’insolazione in riscaldamento), sono però realistici e dicono una cosa chiara: nel nostro paese il sole c’è.

Ce n’è, ad esempio, abbastanza per riscaldare la maggior parte delle case italiane, pur tenendo conto che un sistema ausiliario sarebbe quasi sempre necessario (eccetto, forse in alcune zone dell’Italia meridionale).

Purtroppo, però, diversamente dai cittadini dell’Europa del nord, quasi tutti gl’italiani abitano in un palazzo. Quest’abitudine ha una conseguenza: gli appartamenti situati sul lato nord del palazzo non vedono il sole e quelli sui lati est ed ovest lo vedono solo per mezza giornata. Inoltre, apportare delle modifiche architettoniche ad un palazzo per migliorarne le caratteristiche “solari” è complicato e scarsamente efficace.

Insomma, chist’è o paese d’o sole, ma gl’italiani hanno fatto in modo di non farlo entrare in casa.



Casa passiva Angerer, Bolzano 2006.

Eppure nel 2009 il calore ha rappresentato il 47% dell’uso finale di energia, superiore alla somma del trasporto (27%) e dell’elettricità (17%). [1]

È straordinario quanta energia si bruci per riscaldare le case. È questo il vero spreco della nostra società. Se bruciare il petrolio per far andare la macchina o il frigo (attraverso l’elettricità) è un lusso da limitare, farlo per scaldare la casa o l’acqua della doccia è uno sperpero indecente, come far ubriacare un tifoso inglese con lo Chateau Lafite.

E dire che, in due paesi freddi e poco assolati, la Germania e la Svezia, vent’anni fa è nato il concetto di casa passiva.

In pratica, una casa ben coibentata e correttamente esposta al sole, che faccia a meno dell’energia fossile per mantenere una temperatura gradevole al suo interno.

Forma e orientamento di una tale casa sono basilari: deve essere una costruzione allungata e orientata lungo l’asse est-ovest, in modo da avere una grande facciata esposta a sud, munita di frangisole.

Nascere in paesi in cui la gente vive già in case unifamiliari ha probabilmente facilitato l’accettazione dell'idea, ma il fatto che la casa passiva funzioni con meno sole e più freddo che da noi, ci deve far pensare.

Anche se in Italia viviamo in appartamenti, pare strano che alle nostre latitudini non si riesca a trarre altrettanto beneficio dal sole.



Tettoie frangisole della Merlo srl.

In realtà, in un paese come l’Italia, non solo la progettazione ex novo di case più efficienti, ma anche un moderato retrofitting di costruzioni esistenti che abbiano già delle buone caratteristiche, potrebbe portare ad un sostanziale risparmio energetico.

Aprire una grande finestra nella parete a mezzogiorno di una stanza e dotarla di un’opportuna tettoia frangisole, può facilmente dimezzare il fabbisogno energetico necessario al riscaldamento della stanza.

Il vantaggio è consistente, ma, dopo aver comunicato la variazione all’ufficio tecnico del comune, chi si prenderà mai la briga di inserire il dato, calcolare il risparmio energetico e includerlo nelle statistiche?

Il problema, come accennato in precedenza, è che i vantaggi del solare passivo sono difficili da inserire nei report, per cui interessano poco alle organizzazioni internazionali. È come aiutare i poveri al di fuori dei Galà di beneficenza: se non ti vedono gli altri, che li aiuti a fare!



[1] IEA, Solar_Heating_Cooling_Roadmap_2012_WEB.pdf, pag. 8.


Pubblicato il 18 febbraio 2014; ultima modifica il 18 febbraio 2014.

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