I primi dieci della Billboard 1963
01. Surfin' USA – The Beach Boys
02. The End of the World – Skeeter Davis
03. Rhythm of the Rain – The Cascades
04. He's so fine – The Chiffons
05. Blue Velvet – Bobby Vinton
06. Hey Paula – Paul & Paula
07. Fingertips – Little Stevie Wonder
08. Can't Get Used to Losing You – Andy Williams
09. My Boyfriend's Back – The Angels
10. Sukiyaki – Kyu Sakamoto
Nei primi anni '60 il rock 'n' roll aveva perso la sua carica originaria. La miscela di R&B e Country si era ancor più impoverita di R&B e il risultato era il pop senza pepe che dominava le classifiche USA.
Dall'altro lato dell'Atlantico, invece, la situazione era molto più simile a quella degli USA di dieci anni prima. Affamati di rock, che la BBC censurava sistematicamente, coi primi soldi in tasca i ragazzi compravano i pochi dischi importati, prediligendo il rock delle origini e il R&B. Gruppi come Beatles, Rolling Stones, Animals, Kinks si facevano le ossa suonando nei pub le canzoni di Chuck Berry e Little Richard, ma anche di Muddy Waters e B. B. King. Il rock 'n' roll, morente in America, stava rinascendo in Inghilterra.
E impararono bene, rifacendo all'inizio proprio gli stessi pezzi americani (Twist and shout dei Beatles vendette più copie dell'originale degl'Isley Brothers) e poi innestando nel rock elementi di musica celtica e di vaudeville, creando uno stile nuovo, distinguibile dall'originale americano. Con questo nuovo prodotto sarebbero andati alla conquista degli USA.
Con questi vestiti faremo faville!
I Rolling Stones, ancora agli inizi, avevano bisogno di materiale per incidere un singolo e chiesero a Lennon e McCartney, che stavano tornando da una premiazione, se avessero qualcosa da dargli. I due Beatles andarono nello studio lì vicino e, mentre Jagger e Richards chiacchieravano, composero per loro I wanna be your man. La canzone permise agli Stones di entrare nella classifica inglese. In seguito, anche i Beatles la incisero, ma facendola cantare da Ringo, perché non era ’sto granché, come rimarcò poi Lennon. Quando si dice la rivalità!
Le nostre giacche sono molto meglio.
I figli crescevano, Carole King continuava a comporre e scrisse One fine day per le Chiffons. E intanto pensava: ma io, quand'è che canto?
Il '63 fu l'anno delle band femminili. Alcune spontanee, ma di solito costruite e assemblate dai discografici, approfittarono del clima leggero e, tutto sommato, gradevole del rock allora in voga. Piccola citazione: Chiffon, Crystal e Ronette sono i nomi delle tre coriste che commentano la storia nel film La piccola bottega degli orrori di Frank Oz.
The Crystals
Curiosità: Surfin' USA è copiata da Sweet little sixteen, mentre He's so fine sarà copiata da My sweet lord. The shoop shoop song invece, verrà eseguita molti anni dopo da Cher con molta più verve.
L'ammirevole cotonatura delle Ronettes.
Successi del 1963
Beach Boys – Surfin' USA
Beatles – From Me To You
Beatles – I Saw Her Standing There
Beatles – I Want To Hold Your Hand
Beatles – Please Please Me
Beatles – She loves you
Beatles – Twist And Shout
Betty Everett - The Shoop Shoop Song
Bob Dylan – A Hard Rain's A Gonna Fall
Bob Dylan – Blowin' in the wind
Bobby Vinton – Blue velvet
Chiffons – He's so fine
Chiffons – One fine day
Crystals – Da doo ron ron
Crystals – Then he kissed me
Dion – Donna the prima donna
Johnny Cash – Ring of Fire
Little Peggy March – I will follow him
Kingsmen – Louie Louie
Los Indios Tabajaras - Maria Elena
Martha & the Vandellas – (Love Is Like A) Heat Wave
Ronettes – Be my baby
Triny Lopez – If I had a hammer
Altre canzoni del 1963
Edoardo Vianello – I Watussi
Francoise Hardy – Tous le garcons et les filles
Gino Paoli – Sapore di sale
Giorgio Gaber – Goganga
Giorgio Gaber – La balilla
Michele – Se mi vuoi lasciare
Kennedy, dopo aver fatto assalire Cuba (Baia dei Porci), istallato in Italia e in Turchia missili nucleari contro la Russia, e portato il mondo sull’orlo della guerra atomica quando Krusciov istallò i suoi a Cuba, nel ’63 iniziò l’escalation militare in Vietnam e i bombardamenti con l’agente arancio. Quindi fece uccidere il presidente Diem, che non era abbastanza duro contro i vietcong. Chissà che altro avrebbe combinato se non lo avessero ammazzato.
Doveva dimostrare all'elettorato di essere fermamente anticomunista, anche perché in casa aveva altri guai: in Alabama ci furono dimostrazioni e disordini per il razzismo, a Washington Martin Luther King guidò la più grande marcia di protesta mai vista fino allora. Era chiaro che non tutti in America la pensassero più allo stesso modo.
Bob Dylan, un giovane cantautore folk, continuatore di Woody Guthrie e influenzato da Pete Seeger, divenne la personificazione del dissenso. Sia sul militarismo, sia sui diritti civili (cantò anche alla marcia di Martin Luther King), ma in generale, sui valori del capitalismo americano. Due sue canzoni divennero emblematiche: A Hard Rain's a-Gonna Fall e Blowin' in the Wind, mentre diverse altre divennero cover di parecchi gruppi pop.
Un vento soffia sul Rock.
Dissentire e protestare divenne una maniera di distinguersi dagli adulti e molti giovani abbracciarono con entusiasmo la nuova tendenza. Il pop standardizzato divenne roba da vecchi. Per convincere i teenagers a separarsi dai propri soldi ci voleva qualcosa di nuovo, com’era successo dieci anni prima col rock ‘n’ roll.
Nel '63 i Beatles furono l’avanguardia di quella che verrà chiamata la British Invasion: il mercato discografico USA, fino a quell'anno rigorosamente autarchico sarebbe stato in breve costretto a cedere fino al 50% dello share alla perfida Albione.
Irma la dolce (Irma la douce), di Billy Wilder. A Parigi Shirley MacLaine batte il marciapiede, Jack Lemmon s'innamora di lei e per averne l'esclusiva finge di essere un ricco lord inglese. Ottimo.
Agente 007, dalla Russia con amore (From Russia With Love), di Terence Young, con Sean Connery. È che i film di Bond non li reggo più.
Il vero Bond con la vera Aston Martin.
La grande fuga (The great escape), di John Sturges. Troppo lungo, conviene vedere solo la fuga in moto di Steve McQueen, col salto dello stuntman Bud Ekins con una Triumph TR6 Trophy del '62 truccata da tedesca anni '40.
Il falso McQueen sulla falsa Zundapp.
I mostri, di Dino Risi. A episodi, con Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Interessante.
I miei compagni di liceo ne erano entusiasti, ma oggi è inguardabile: L'uomo di Rio (L'homme de Rio), di Philippe De Broca. Con Jean-Paul Belmondo.
Chi proprio vuole se li riveda: Otto e mezzo; Il gattopardo; Gli Uccelli; Ieri, oggi, domani; Il boom.
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