Quando Rocket 88 uscì nel 1951, queste erano le prime dieci canzoni della Billboard Top 30, la classifica dei dischi più venduti negli Stati Uniti.
01. Too Young - Nat King Cole
02. Because Of You - Tony Bennett
03. How High The Moon - Les Paul & Mary Ford
04. Come On-a My House - Rosemary Clooney
05. Be My Love - Mario Lanza
06. On Top Of Old Smokey - Weavers
07. Cold, Cold Heart - Tony Bennett
08. If - Perry Como
09. Loveliest Night Of The Year - Mario Lanza
10. Tennessee Waltz - Patti Page
Si trattava di canzoni melodiche tradizionali, due erano cantate da Mario Lanza, un tenore in prestito alla musica leggera, un'altra era un valzer, insomma roba non molto diversa da quella che si ascoltava in Italia. Chi comprava i dischi erano padri di famiglia, con un lavoro, la testa a posto e i gusti tradizionali. I figli, a quei tempi, non avevano i soldi per comprare i dischi e quindi dovevano sorbirsi quello che sceglievano i padri. Ma il boom del dopoguerra stava per cambiare le cose.
Spiegone 1. La musica leggera allora più diffusa era costituita da canzoni melodiche, interpretate da cantanti accompagnati dall’orchestra. Le grandi orchestre degli anni trenta e quaranta e l’invenzione del microfono (che aveva generato il fenomeno dei crooner) avevano consolidato questo tipo di produzione musicale, che rimase estremamente popolare negli anni cinquanta tra la borghesia cittadina.
Accanto a questo filone “metropolitano”, i cui titoli riempivano la Billboard, c’erano altri due generi "minori": il R&B degli afroamericani e il C&W dei “rurali”. Avevano volumi di affari nettamente inferiori (il R&B incideva per circa il 5% delle vendite), ma non trascurabili. Soprattutto quando i discografici si accorsero che sia la musica nera che il country piacevano anche ai borghesi, i quali però non ne compravano i dischi, per razzismo e snobismo.
Il Rock ‘n’ Roll nacque per questo: un contenitore che includesse i due generi “volgari” togliendogli lo stigma di inferiorità che li contrassegnava. Di fatto, per diversi anni, i due generi rimasero distinguibili perfino da un orecchio grossolano come il mio. Ad esempio, ascoltate queste due canzoni (cliccando sulle parole sottolineate c’è il link al video Youtube):
Roy Brown – Good Rockin' Tonight (1947)
Arthur Smith – Guitar Boogie (1948)
La differenza è evidente, eppure chi direbbe oggi che non siano entrambe due esempi di Rock ‘n’ Roll ante litteram? La vulgata racconta che il genere fu il frutto della fusione dei due, ma il termine contenitore mi sembra più appropriato, perché questa diversità rimase sensibile per tutti gli anni cinquanta: Chuck Berry fu un interprete del primo genere (R&B) mentre Elvis Presley appartenne al secondo (che a un certo punto venne anche chiamato Rockabilly). D'altra parte, se ricordate come vennero accolti i Blues Brothers, quando suonarono Rythm & Blues nel locale country, capirete che la distinzione era ben chiara pure agli americani.
Di fatto, è alla classifica del Rhythm and Blues del '51 che un amante del rock dovrebbe guardare, per trovare qualcosa da ascoltare con piacere ancora oggi.
Rhythm and Blues nel '51
Arthur "Big Boy" Crudup – I'm Gonna Dig Myself A Hole
B.B. King – Three O'Clock Blues
Elmore James – Dust My Broom
Fats Domino – Rockin' Chair
Howlin' Wolf – How Many More Years
John Lee Hooker – I'm In The Mood
Lil' Son Jackson – Rockin' And Rollin'
Muddy Waters – Honey Bee
Muddy Waters – Still A Fool
Orioles – Baby Please Don't Go
Baby Please Don't Go è un blues tradizionale che verrà in seguito rimaneggiato, velocizzato e riproposto da Van Morrison divenendo un successo nel '64. Muddy Waters lo suonò la prima volta nel '35. Quando lo rifece nell'81, dal pubblico spuntarono alcuni che iniziarono a cantare a suonare con lui. Guardateli al sesto minuto del video.
Per completezza, vale la pena di citare queste altre canzoni del '51, che non hanno nulla a che vedere col rock ‘n’ roll, ma che in una playlist di una certa età ci potrebbero anche stare.
Altre canzoni del 1951
Edith Piaf – Padam, Padam
Renato Carosone – 'Nu Quarto 'e luna
Roberto Murolo – Luna Rossa
Roberto Murolo – Scalinatella
Sergio Bruni – Malafemmina
Silvana Pampanini – Bellezze in bicicletta
Yves Montand – Grands boulevards
Per la fama, il prestigio o il successo che ebbero, vanno citati (ma non è detto che oggi si sopportino):
La gente mormora (People Will Talk), di Joseph L. Mankiewicz. Cary Grant, professore di ginecologia s’innamora di una studentessa incinta. E questo è niente.
Lo scandalo del vestito bianco (The Man in the White Suit), di Alexander MacKendrick. Alec Guinness, inventore stralunato, crea un tessuto indistruttibile. Troppo pesante perché sia visto fino alla fine.
Filumena Marturano, di e con Eduardo de Filippo. Tratto dall'omonima commedia, la storia la conoscono tutti.
Bellezze in bicicletta. Le sconclusionate peripezie on the road di Silvana Pampanini e Delia Scala che vanno da Roma a Milano per essere scritturate da Totò. A un certo punto la trama diventa così scontata che l'unica a rimanere impressionata è la pellicola. Talmente stupido da risultare ineffabile. L'ho visto tutto.
La regina d'Africa (African Queen), di John Huston. In Africa, durante la guerra, Humphrey Bogart naviga sul fiume con una barca scalcinata e Katharine Hepburn lo convince ad attaccare i tedeschi. Inverosimile, retorico e sciovinista, per vederlo, bisogna volerlo.
Accettabili ancora oggi sono:
Un americano a Parigi (An american in Paris), un musical di Vincente Minnelli. Il pittore Gene Kelly è conteso da una giovane Leslie Caron e da una ricca signora. Chi vincerà è ovvio, ma ogni scusa è buona per ballare. Per chi piace il genere, buono.
Guardie e ladri, di Mario Monicelli. Il brigadiere dal volto umano Aldo Fabrizi insegue Totò, ladro dal volto umano. Buono.
Questi li ho visti troppo tempo fa per dire come siano adesso.
Ultimatum alla Terra (The Day the Earth Stood Still), di Robert Wise. Da piccolo mi aveva impressionato, soprattutto Michael Rennie, che mi sembrava davvero un alieno. Chissà oggi.
La madre dello sposo (The Mating Season), di Mitchell Leisen. Gene Tierney sposa John Lund, e scambia la suocera per la cuoca, ma la suocera non glielo fa notare.
L'altro uomo (Strangers on a Train), di Alfred Hitchcock. In treno, un tennista incontra uno che si offre di uccidergli la moglie, a patto che il tennista gli ammazzi il padre. Un giallone.
Sua Altezza si sposa (Royal Wedding), di Stanley Donen. Durante i preparativi del matrimonio di Elisabetta II col duca di Edimburgo, Fred Astaire balla con Jane Powell.
Nel 2021 ci sono stati accessi al sito;
le pagine degli anni 50 sono state visitate volte.