I primi dieci della Billboard annuale.
01. All Shook Up – Elvis Presley
02. Love Letters in the Sand – Pat Boone
03. Little Darlin' – The Diamonds
04. Young Love – Tab Hunter
05. So Rare – Jimmy Dorsey
06. Don't Forbid Me – Pat Boone
07. Singing the Blues – Guy Mitchell
08. Young Love – Sonny James
09. Too Much – Elvis Presley
10. Round and Round – Perry Como
Nel ’57 il re delle vendite fu di nuovo Elvis Presley, e il rock si avviava a diventare il filone più redditizio dell’industria musicale. Il genere stava ormai influenzando la musica popolare: anche i testi sentimentali non venivano più accompagnati da melodie "tradizionali" (come nei primi anni ’50), ma da lenti riff di rock 'n' roll.
Anche i musicisti stavano cambiando, i ruvidi bluesmen della prima ora erano via via rimpiazzati da bravi ragazzi bianchi dall'aspetto rassicurante. Era la seconda ondata, quella di Buddy Holly, Pat Boone, gli Everly Brothers, Paul Anka.
Le grandi case discografiche avevano ripreso il controllo e sapevano cosa volesse il pubblico. Ad aprile lo show televisivo The Big Beat, condotto da Alan Freed venne cancellato perché il quindicenne cantante nero Frankie Lymon aveva osato ballare con una ragazza bianca. Altro che “Il rock ha sconfitto il razzismo”.
Nonostante la restaurazione, alcune linee alternative trovarono spazio. A gennaio la Sun Records pubblicò "Flyin' Saucer Rock & Roll" di Billy Lee Riley (con un ancora sconosciuto Jerry Lee Lewis al piano) dando inizio al breve periodo d’oro del rockabilly. I due esponenti più popolari del genere sono stati Carl Perkins e Roy Orbison, anche se le loro canzoni che entrarono in classifica erano un po’ virate verso il rock 'n' roll (tranne la pura Ooby Dooby di Orbison).
Naturalmente, lo spazio per i neri c’era ancora e a me piace ricordare sia la canzone più carina dell’anno: Reet Petite, da noi poco conosciuta, cantata da uno scatenato Jackie Wilson, da noi poco conosciuto, sia la classicissima Lucille di Little Richard.
La canzone più originale fu invece di un bianco: la sorprendente Suzie Q di Dale Hawkins, che precorse i tempi di almeno dieci anni. Classificata come rockabilly, in realtà fu un vero e proprio brano degli anni ’70.
Certo, non è che tutti i bianchi fossero bravi ragazzi: in agosto Jerry Lee Lewis causò uno scandalo in TV, prendendo a calci il pianoforte durante il suo debutto con Whole Lotta Shakin' Goin On. La canzone raggiunse il terzo posto in classifica e Lewis pensò che scandalizzare pagasse. In effetti, a dicembre, continuando a malmenare il piano, riuscì a portare Great Balls Of Fire al primo posto.
Bisogna però riconoscere che anche i bianchi tranquilli erano bravi. Soprattutto il simpatico e sfortunato Buddy Holly che, nella sua breve carriera, fu autore di tanti motivi di successo. Un po’ di tranquillità la gente la cercava, soprattutto quando arrivò l’asiatica, con una mortalità pari a quella del Covid (ma senza i lockdown gialli, rossi e arancione). Io la presi, diventò una polmonite grave e una sera il dottore disse: non possiamo fare altro, speriamo che reagisca e superi la notte. La notte la superai, ma posso immaginare quello che passò mia madre.
Successi del 1957
Buddy Holly – Peggy Sue
Buddy Holly – That will be the day
Dale Hawkins – Suzie Q
Danny and the Juniors – At the Hop
Diamonds – Little Darlin'
Elvis Presley – All shook up
Elvis Presley – Hound Dog
Elvis Presley – Jailhouse rock
Elvis Presley – Too much
Everly Brothers – Bye Bye Love
Everly Brothers – Wake up little Suzie
Fats Domino – Fats Domino
Harry Belafonte – Banana boat song
Huelyn Duvall – Comin’ or Goin’
Jackie Wilson – Reet Petite
Jerry Lee Lewis – Great Balls of Fire
Little Richard – Lucille
Pat Boone – Love letters in the sand
Paul Anka – Diana
Sam Cooke – You send me
In difficoltà per un prodotto troppo lento, pesante e caro rispetto alla concorrenza d'oltre oceano, l'Harley Davidson decise di offrire una moto più adatta ai teddy boys con pochi soldi e tanta voglia di correre e di spaccare tutto. Nacque la Sportster, che divenne l'alternativa americana alle moto inglesi e permise anche agli sciovinisti meno abbienti di andare in giro a far danno.
In ottobre i russi lanciarono lo Sputnik, e tutti si eccitarono all'idea dell’era spaziale. In cielo, subito dopo il tramonto, lo Sputnik si poteva anche vedere (in realtà si vedevano i resti del razzo vettore, molto più grandi), e mio zio, che lavorava all’Alitalia, una sera me l’indicò per impressionarmi. Io però non capivo cosa ci fosse d’impressionante in quella stellina che si muoveva piano piano, e non m’impressionai.
Un altro debutto si sarebbe rivelato gravido di conseguenze: venne commercializzato il primo disco di vinile stereo, realizzato in maniera compatibile con i sistemi mono esistenti. Il successo non fu esplosivo, ma in sette, otto anni la produzione di LP stereo avrebbe raggiunto e superato quella di dischi mono. E avrebbe generato un virus insospettato: quello dell'Hi-Fi, infettando quasi tutta la mia generazione durante gli anni '70 e '80.
Elizabeth Taylor si sposò per la terza volta, questa volta con il produttore Mike Todd, intimo amico di Eddie Fisher. Anche Debbie Reynolds era molto amica della Taylor e così la doppia coppia fu al centro dell'evento, seguito dalla cronaca rosa di tutto il mondo.
Da noi, oltre all'usuale paccottiglia, andavano forte Fred Buscaglione e Renato Carosone, due artisti originali, che interpretavano lo swing alla torinese o alla napoletana, con risultati eccellenti.
Altre canzoni del 1957
Fred Buscaglione – Che Bambola
Fred Buscaglione – Teresa, non sparare
Renato Carosone – Pigliate 'na pastiglia
Renato Carosone – Torero
Renato Carosone – Tu vuo' fa' l'americano
Roberto Murolo – 'A casciaforte
Ella Fitzgerald & Louis Armstrong – Summertime
Muddy Waters – Got My Mojo Working
Frank Sinatra – Come fly with me
Il posto delle fragole (Smultronstället), di Ingmar Bergman, con Bibi Andersson. Un vecchio professore ritorna sui luoghi della giovinezza; malinconico, ma bello.
La parola ai giurati (Twelve Angry Men), di Sidney Lumet. Henry Fonda ci mette un po' a convincere gli altri giurati che l'imputato è innocente, ancora valido.
Il principe e la ballerina (The prince and the showgirl), di Lawrence Olivier, con Marilyn Monroe. Finalmente un principe che, dopo un'avventura con una ballerina, non senta il bisogno di sposarla. Magari.
Il conte Max, remake di Giorgio Bianchi. Alberto Sordi nel ruolo che fu di De Sica anni prima. Per chi non l'ha mai visto, merita, anche se l'originale era meglio.
Il medico e lo stregone, di Mario Monicelli. Mastroianni va a fare il medico nel paese in cui De Sica fa il guaritore. Buonista, ma sopportabile.
Vacanze a Ischia, di Mario Camerini. Da vedere sonnecchiando.
Il delinquente del Rock'n'Roll (Jailhouse Rock), di Richard Thorpe, con Elvis Presley. Penoso, ma testimone di un'epoca.
Seri dubbi su Il ponte sul fiume Kwai, di David Lean, di quasi tre ore, vederlo tutto è un'impresa.
Curiosità per i mai visti: Orizzonti di gloria (Paths of Glory), di Stanley Kubrick; e Arianna (Love in the Afternoon), di Billy Wilder.
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