1956 Il rock diventa popolare


Con la scarpa di camoscio blu.


il piano si suona meglio.


Sicilian swing (Louis Prima).

Quando Phillips ascoltò Carl Perkins capì che il giovane aveva talento e lo ingaggiò. Il primo gennaio 1956 Blue Suede Shoes cominciò ad essere distribuita dalla Sun. Le vendite partirono lentamente, ma dopo qualche mese guadagnarono momento e Perkins venne chiamato a New York per apparire all’Ed Sullivan Show. Purtroppo, durante il viaggio ebbe un incidente d’auto in cui rimase gravemente ferito ed il fratello paralizzato. Allo show venne sostituito in fretta e furia da Elvis Presley. La nuova cover di Blue Suede Shoes divenne immediatamente la N° 1 dei Top 100. Perkins non si riprese mai del tutto.

Bisogna però dire che Carl Perkins, nonostante l'innegabile talento, era troppo timido e impacciato per competere in popolarità con Elvis Presley. Perkins fu essenzialmente un cantante “confidenziale” di Rockabilly (genere leggermente diverso dal Rock 'n' Roll), che compose e cantò un gran numero di canzoni ascoltabilissime, accompagnato dalla chitarra acustica. Difficile per lui sfondare in un genere che tendeva alla moltiplicazione dei decibel.

Carl Perkins – Blue suede shoes

Il '56 fu certamente l'anno di Elvis Presley, che arrivò con quattro canzoni ai vertici delle classifiche, un numero di successi peraltro raggiunto anche dai Platters. Elvis esercitava un'attrazione irresistibile sulle ragazzine, e queste avevano ormai abbastanza soldi per comprare i dischi. Un nuovo segmento di mercato in piena espansione.

Altri fuoriclasse esordirono in classifica nell'anno dell'esplosione commerciale del rock: Little Richard, Johnny Cash e Roy Orbison. Mentre Gene Vincent fu uno dei primi esempi di "One Hit Wander" che diverranno tipici nel successivo periodo del pop. Anche se oggi dimenticato, a me piace ricordare un "Two Hits Wander": Clarence "Frogman" Henry, che ritroverà il successo soltanto un'altra volta.

Little Richard – Tuttifrutti

Louis Prima – Just a Gigolo

Il 4 dicembre 1956 Elvis Presley e Johnny Cash si trovarono a passare per caso dalla Sun records, dove Carl Perkins stava incidendo, accompagnato al piano dall'ancora sconosciuto Jerry Lee Lewis. I quattro improvvisarono una jam session che però non potè essere pubblicata perché all'epoca Presley era già passato alla RCA. Il giornale locale che riportò la notizia commentò la foto attribuendo il valore di un milione ai quattro musicisti riuniti. In realtà i quattro valevano molto di più.

Intanto, il matrimonio più seguito dalla stampa rosa dà il suo primo frutto: nasce Carrie Fisher.


The Million Dollar Quartet.


La piccola principessa Leila.

Successi del 1956

Bill Haley – See you later alligator
Carl Perkins – Blue suede shoes
Chuck Berry – Roll over Beethoven
Clarence Frogman Henry – Ain’t got no home
Doris Day – Que sera, sera
Elvis Presley – Blue suede shoes
Elvis Presley – Don’t be cruel
Elvis Presley – Heartbreak Hotel
Elvis Presley – Love me tender
Fats Domino– Blueberry Hill
Frank Sinatra – I've Got You Under My Skin
Fred Parris and the Satins – In the Still of the Night
Gene Vincent – Be bop a lula
Johnny Cash – I walk the line
Platters – My Prayer
Platters – The Great Pretender
Platters – The magic touch
Platters – You’ll never know
Roy Orbison – Ooby Dooby

Altre canzoni del 1956

Bei film del 1956


Quaggiù lo amano ancora in tante.

Liz Taylor

Il gigante

La malafemmina

Lassù qualcuno mi ama (Somebody Up There Likes Me), di Robert Wise, Paul Newman rivive la storia del pugile Rocky Graziano. Discreto.

Il gigante (Giant), di George Stevens. James Dean trova il petrolio, ma è Rock Hudson a sposare Elizabeth Taylor. Un polpettone texano di tre ore e un quarto, si può provare a vederlo a rate.

Il settimo sigillo (Det Sjunde Inseglet), di Ingmar Bergman con Max von Sydow. Giocare a scacchi con la morte non è un passatempo spensierato, pesantuccio.

Totò, Peppino e la malafemmina, di Camillo Mastrocinque. Totò e Peppino vanno a Milano per recuperare il nipote Teddy Reno che si è fidanzato con la soubrette Dorian Gray. Il più grande film di tutti i tempi.

Totò, Peppino e i fuorilegge, di Camillo Mastrocinque. Totò e Peppino fingono di essere stati rapiti dal brigante "Il Torchio" per estorcere un po' di soldi alla moglie di Totò. Il surplus di battute non utilizzate nella Malafemmina è sufficiente per un film ancora piacevole.

La banda degli onesti, di Camillo Mastrocinque. Con le ultime battute rimaste, Totò e Peppino s'improvvisano falsari, stampando banconote coi clichés originali del Policlinico dello Stato. Accettabile.

Poveri, ma belli, di Dino Risi. Le avventure di un paio di coatti a Roma (Maurizio Arena e Renato Salvatori). Sopportabile. Forse allora meglio Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo, di Bolognini, con Sordi, De Filippo, Fabrizi e Cervi.

Insulso (si toglie il dvd dopo dieci minuti) Cenerentola a Parigi (Funny face), di Stanley Donen con Fred Astaire e Audrey Hepburn. Contorto e inverosimile L'uomo che sapeva troppo (The Man Who Knew Too Much) di Alfred Hitchcock, con James Stewart e Doris Day. Lungo e con troppe digressioni Il giro del mondo in 80 giorni (Around the World in Eighty Days), di Michael Anderson, con David Niven e Shirley McLaine, però talmente affollato di grandi attori in parti minuscole da permettere il gioco a chi li riconosce prima.

Per fama meritano la citazione: Fermata d'autobus (Bus Stop), di Joshua Logan, con Marilyn Monroe; L'invasione degli ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers) di Don Siegel; Rapina a mano armata (The Killing), di Stanley Kubrick; L'arpa Birmana (Biruma no tategoto), di Kon Ichikawa, questo proprio da cinefili.

Anno seguente


Pubblicato il 9 gennaio 2009; ultima modifica il 27 gennaio 2021.

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