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Musicalmente il Rock ’n’ Roll nasce dalla contaminazione del Rhythm and Blues con il Country and Western. Dal punto di vista del ritmo, il tempo del Rock è sostanzialmente quello da otto del Boogie Woogie, ma con un rinforzo sul 4°, che lo rende indistinguibile dall’8°, e di fatto ne dimezza il periodo. Canzoni con questo ritmo erano state frequenti anche prima di Rocket 88. Per esempio il brano Guitar Boogie del 1948, esibisce un riff che è la quintessenza del Rock 'n' Roll.
Arthur Smith – Guitar Boogie (1948)
Guitar Boogie è un pezzo godibile ancora oggi ed è improbabile che chi lo ascolti per la prima volta non lo scambi per un classico degli anni 50. In realtà per trovare i primi esempi del tipico sound bisogna andare indietro di almeno un'altra decina di anni.
Nel 1938 infatti, Big Joe Turner aveva inciso un blues che conteneva un tipico riff rock 'n' roll, e che, curiosamente, conteneva anche la parola "Roll" nel titolo.
Big Joe Turner – Roll'em, Pete (1936)
Comunque sia, il successo del Rock 'n' Roll cominciò negli anni ’50. Per capire le ragioni di questo successo conviene riassumere le condizioni che lo resero possibile.
Nel 1921, negli Stati Uniti si vendevano già 21 milioni di dischi. Per sonorizzare i film, nel 1926 la Vitaphone introdusse il disco in acetato a 33 giri/min (velocità sincronizzata con quella della pellicola). E, quando l'industria cinematografica cambiò sistema di sonorizzazione, i 33 giri rimasero. Ma la vera novità di quegli anni fu l’amplificazione elettronica. Fino ad allora il segnale della traccia veniva amplificato acusticamente dalla tromba del fonografo. Quando si scoprì come trasformarlo in segnale elettrico per poi amplificarlo a piacere si aprirono prospettive impensabili per la fruizione della musica. Ma il crollo del '29 e la successiva recessione depressero fortemente l'industria discografica, che nel 1933, vendette solamente 6 milioni di dischi. Poi, piano piano, le cose si ripresero.
Un altro evento importante per la diffusione della musica popolare (pop) fu la nascita, nel 1935, del programma radio Hit Parade. L'esistenza di una classifica "ufficiale" dei dischi più venduti soddisfò lo spirito gregario del popolino, fornendo un'indicazione di cosa piacesse e cosa no. Nel 1942 White Christmas di Bing Crosby cominciò la scalata per divenire il singolo più venduto di tutti i tempi (e rimanerlo fino al ’92).
Nel 1948 la Columbia introdusse il primo LP “microsolco” a 33 giri da 12 pollici. Nel 1949 la RCA introdusse il 45 giri e nel 1951 venne prodotto il primo jukebox per dischi a 45 giri. Le condizioni per scatenare le vendite c’erano tutte.
Il jukebox, le classifiche di Billboard e la chitarra elettrica
I Jukebox in realtà esistevano da parecchio tempo. Fin dalla fine dell'800 la Wurlitzer aveva prodotto pianoforti ed organi meccanici che suonavano all'introduzione di una moneta. E già dagli anni '30, grazie ai dischi a 33 giri, all'amplificazione elettronica e alla produzione in serie, i jukebox erano divenuti oggetti molto diffusi nei locali pubblici.
La rivista The Billboard (La locandina) era nata alla fine dell’800 per pubblicizzare gli spettacoli teatrali. Entrata in crisi negli anni ’30 a causa della recessione, si riprese dedicandosi al mercato musicale, che grazie alla diffusione dei jukebox aveva assunto grande rilevanza.
Nel 1936 pubblicò la prima Chart Line che elencava i brani più trasmessi dalle radio.
L’idea della classifica ebbe subito fortuna e così in seguito vennero fuori:
1940 - Best Selling Retail Records
1942 - Harlem Hit Parade
1944 - Folk Records
1944 - Most Played on Juke Boxes
1948 - Best Selling Retail Race Records
1949 - Rhythm & Blues
1949 - Country and Western
1955 - Top 100
1958 - Hot 100
Si noti che Best Selling Retail Race Records cambiò nome nel ’49 per divenire Rhythm & Blues. I discografici pensarono infatti, che la parola Race (che sottintendeva inferior) potesse influenzare negativamente le vendite. I neri apprezzarono, ma i bianchi non si lasciarono ingannare e, come abbiamo visto, prima di comprare pretesero un ulteriore cambio di nome.
Per capire la ragione delle diverse classifiche bisogna ricordare un particolare spesso taciuto nelle storie della musica: negli anni ’40 l’industria discografica americana era già matura ed aveva segmentato il mercato per ottimizzare le vendite. Accanto al filone principale (quello di Bing Crosby e Frank Sinatra, per intendersi), rivolto ai bianchi benestanti, c’erano altre due platee da sfruttare, secondarie, ma non trascurabili. Erano quelle dei bianchi poveri di campagna, e quella dei neri di città. Alla prima erano dedicati il Folk, poi divenuto Country, mentre alla seconda, ovviamente l’Harlem, chiamato poi Race ed infine Rhythm & Blues. Non deve meravigliare più di tanto se il rock ’n’ roll, fusione di due generi underclass, venne osteggiato dai benpensanti quando apparve.
Negli anni ’30, appena i musicisti si accorsero che il suono si poteva amplificare elettricamente, applicarono il sistema agli strumenti musicali. E la chitarra, la cui tenue voce veniva sopraffatta dalle grandi orchestre allora in voga, fu tra le prime ad approfittarne. Nacque così la chitarra elettrica, il cui primo esempio non artigianale fu la Gibson ES-150 del 1936.
Insomma nel 1936 c'erano il ritmo, i dischi, i jukebox, le chitarre elettriche, le hit parade. Che cosa mancava per far nascere il Rock 'n' Roll? I soldi!
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